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CICLIO DI SEMINARI. Media & società

Dettagli dell'evento

Quando

dal 18/04/2016 alle 15:00
al 09/05/2016 alle 17:00

Dove

Aula Abside e Aula Barnave / Sede SPOCRI di piazza Strambi 1 / 62100 Macerata

Persona di riferimento

Recapito telefonico per contatti

+39 0733 258.2777

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Allegati

Il ciclo di seminari Media e società. Autori di comunicazione si compone di quattro incontri da svolgere tra la seconda settimana di aprile e la prima di maggio in cui saranno invitati quattro giovani ricercatori nell’ambito della teoria dei media che, nel 2015, hanno dato alle stampe saggi nel campo dell’estetica, della politica e del teoria sociale, accomunati dalla centralità attribuita ai mezzi di comunicazione di massa e digitali.

Quattro studi differenti per vocazione e ambizione che convergono però nell’attribuire ai processi comunicativi la capacità di mutare i costumi, la percezione e le forme politiche dell’età contemporanea. Il seminario è inteso come un prolungamento del corso di Processi culturali e comunicativi e sarà l’occasione per gli studenti di incontrare ricercatori nell’ambito della comunicazione che, con il loro più recenti lavori, hanno arricchito il dibattito culturale italiano e hanno contribuito a rendere evidente lo strettissimo rapporto tra mezzi di comunicazione e società.

Ogni incontro durerà due ore, ed è prevista la presenza del Prof. Tito Vagni, dell’autore del libro presentatoe di uno o più discussant.

Autori e libri.

Andrea Malagamba, leopardista e studioso di comunicazione, ha scritto saggi su Montale e sulla serialità televisiva. Ha conseguito un dottorato di ricerca in teoria letteraria presso l’Unversità di Roma “La Sapienza” dove ha anche collaborato con la cattedra di letteratura italiana. Presenterà il suo ultimo libro (a cura di): Giacomo Leoparsi, Il gusto, Edizioni Estemporanee, Roma. Una raccolta di pensieri tratti dallo Zibaldone e sapientemente inseriti in una trama in cui il gusto viene presentato come fonte inesauribile di piacere e come strumento indispensabile per conoscere se stessi e il mondo. In questa prospettiva, Leopardi affronta una delle questioni più dibattute dalla filosofia antica e illuministica e ancora oggi attualissima, con uno sguardo attento all’armonia dei sapori, al modo in cui il gusto progressivamente si affina e al piacere effimero, e per questo così ricercato, che esso promette.

Antonio Tursi è dottore di ricerca in Teoria della comunicazione e senior fellow del McLuhan Program in Culture and Technology. Oltre che di politica, si è occupato del rapporto tra mezzi di comunicazione e arte. Tra le sue pubblicazioni: Dopo la democrazia? Il potere e la sfera pubblica nell’epoca delle reti, Milano, 2006 (curato con Derrick de Kerckhove). Collabora con L’Espresso. Presenterà il suo ultimo libro Partecipiamo. Tra autorappresentazione dei media e rappresentazione dei partiti, Mimesis, Milano: Ascesa dei media e declino dei partiti tracciano le coordinate della partecipazione politica nel tempo presente. Dai sogni di un’agorà elettronica delle prime comunità virtuali sino al click e all’hashtag activism di Facebook e Twitter, le piattaforme digitali di comunicazione hanno suscitato entusiasmi circa la possibilità di rivitalizzare la partecipazione nei regimi democratici o addirittura di innescare processi di democratizzazione in contesti autoritari. Sicuramente i movimenti degli ultimi anni (dagli indignados spagnoli alle primavere arabe) si sono sviluppati nel nuovo ambiente mediale. Ma basta questo per affermare che la struttura delle opportunità di partecipazione si è effettivamente allargata? Nello stesso tempo, infatti, i partiti, tradizionali canali di impegno pubblico, hanno visto indebolirsi tale funzione a seguito di una loro leaderizzazione e a vantaggio di una partecipazione mediata dalla figura del capo (come il laboratorio italiano ha ben mostrato). E così anche la forma più riconosciuta di partecipazione – il voto – pare in declino. Per affrontare al meglio i nodi problematici attuali della partecipazione politica sono necessarie categorie all’altezza delle sfide del presente.

Nicola Genga è dottore di ricerca in “Linguaggi politici e comunicazione”, collabora con le cattedre di “Scienza politica” e “Filosofia e Analisi delle Istituzioni” nel Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università “Sapienza” di Roma, dove partecipa al coordinamento dell’Osservatorio Mediamonitor Politica. Dal 2015 dirige il Centro per la Riforma dello Stato (CRS). Presenterà il suo ultimo libroIl Front National da Jean-Marie a Marine Le Pen, Rubbettino, Catanzaro: Che cosa ci dice il Front national della Francia di oggi? E come collocare il “fenomeno Le Pen” nel panorama delle democrazie contemporanee? Fondato nel 1972, il FN è dagli anni’80 un attore politico di rilievo. Di recente, alcuni eventi hanno inciso sul suo riposizionamento: la presidenza Sarkozy, che ha radicalizzato il discorso della destra neogollista; la staffetta tra Jean-Marie e Marine Le Pen al congresso di Tours del 2011; le vittorie di François Hollande e dei socialisti nelle elezioni 2012; le europee 2014, che hanno visto il FN primeggiare in Francia. L’oggetto di studio viene qui inquadrato come caso di nazional-populismo ed esperienza ideologicamente radicata “a destra”, allo scopo di analizzarne l’evoluzione e ipotizzare futuri sviluppi.

Sabino Di Chio è dottore di ricerca in Filosofie e Teorie Sociali Contemporanee all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca si concentra sulle implicazioni temporali della tarda modernità. Ha svolto attività di studio e ricerca presso l’Université Paris Descartes e l’École des hautes études en Sciences Sociales di Parigi. Dal 2012 è direttore responsabile di “Iconocrazia”, rivista on-line di scienze sociali e simbolica politica. Ha pubblicato sulle riviste Pol.is, Italianieuropei e Rassegna Italiana di Sociologia. Presenterà il suo ultimo libro: Tempo irreale. Il restringimento dell'orizzonte temporale della tarda modernità, Liguori, Napoli. Tutti viviamo immersi in un orizzonte temporale. Lavoriamo, amiamo e dialoghiamo poggiati su una piattaforma che intreccia passato, presente e futuro, esperienze e aspettative che si è deciso di trattenere perché ritenute preziose per orientare le decisioni, o magari evitare di ripetere qualche sbaglio. L’ampiezza dell’orizzonte temporale dà respiro ai nostri pensieri e contribuisce a infondere senso alle azioni che compiamo. Negli ultimi anni, però, nelle società occidentali i contorni di questa piattaforma sono sottoposti a un inesorabile restringimento, fino a coincidere interamente con il presente, sede del vissuto, dell’istinto e dell’emozione, chiamato a saturarsi ospitando in solitudine quanto prima distribuito sull’intero arco temporale. La frenesia che attanaglia la vita quotidiana, l’emergenza permanente che informa l’economia digitale e il dibattito politico contemporaneo non sono che ricadute di una diffusa e inedita incapacità di concepire la profondità temporale. Gli incubatori del “tempo reale” ovvero finanza, reti, media e consumo promuovono una nuova ideologia del breve termine che esalta come unico compito dell’individuo la reazione immediata agli stimoli del mercato, agli eventi, ai desideri. La compressione spazio-temporale che ha caratterizzato la fine del ’900 si aggiorna in una consequenziale asfissia che non si limita ad imporre minuti contati ma intacca gli elementi strutturali della condivisione dei significati e della trasmissione della conoscenza. Impedendo all’uomo della tarda modernità di immaginare una via d’uscita alla gabbia del presente.

Programma dei seminari