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Prof.ssa Bongelli: articolo su comunicazione scientifica biomedica

Bongelli, R., Riccioni, R., Burro, R., Zuczkowski, A. (2019). Writers’ uncertainty in scientific and popular biomedical articles. A comparative analysis of the British Medical Journal and Discover Magazine. PLoS ONE 14(9): 1-26. https://doi.org/10.1371/journal. pone.0221933. Impact Factor 2.776
Ramona Bongelli

Ramona Bongelli

Plos One è una rivista scientifica peer reviewed di tipo open access, indicizzata SCOPUS, Web of Science, PubMed, Medline, che ha sede a San Francisco (California, USA). Pubblica articoli su argomenti relativi ad oltre 200 aree tematiche, che vanno dalle scienze naturali, all’ingegneria, alla medicina, alle discipline umanistiche. Gli articoli vengono accettati successivamente a una valutazione della loro originalità, validità scientifica, rigore metodologico e rispetto degli standard etici. La pubblicazione segue un rigoroso processo di revisione cieca. Oltre all’IF, la rivista utilizza altre misure per valutare l’impatto degli articoli, come la distribuzione delle citazioni e le metriche di articolo (ALM https://www.plos.org/article-level-metrics).

 

 

Distinguere le informazioni biomediche comunicate come certe (factual) da quelle comunicate come incerte (speculative) è di fondamentale importanza in ambito sia scientifico sia divulgativo. Sulla base di come vengono comunicati i risultati delle ricerche in campo medico, i governi nazionali prendono infatti decisioni in merito alle politiche sanitarie, la comunità scientifica indirizza le proprie ricerche, i medici scelgono le prassi terapeutiche e diagnostiche da adottare. In altre parole, la certezza o l'incertezza delle informazioni svolge un ruolo significativo nel determinare se tali informazioni saranno tradotte o meno in prassi.

Allo stesso modo, la comunicazione scientifica di carattere divulgativo (riviste, TV, web, social network, ecc.) svolge un ruolo fondamentale nel diffondere la conoscenza scientifica e nel rendere le persone consapevoli delle proprie scelte comportamentali.

Data l'importanza di questo argomento, lo studio dell’hedging, dell'incertezza e della mitigazione nella scrittura scientifica ha ricevuto una crescente attenzione sin dagli anni '90. Più di recente, anche alcuni studiosi di Natural Language Processing (NLP) hanno focalizzato la propria attenzione sull’identificazione dei marcatori di certezza e di incertezza e sul loro scope linguistico (Quirk et al. 1985). Tuttavia, questi studi:

1)     prendono perlopiù in esame piccoli corpora (cioè corpora con pochi articoli full-text),

2)     non adottano una prospettiva storica per valutare se e come l'incertezza sia cambiata nel tempo,

3)     utilizzano di norma una procedura di analisi top-down per identificate i marcatori di certezza e di incertezza (cioè partono da elenchi di marcatori tratti da grammatiche, dizionari, risultati di precedenti studi sull’argomento etc.),

4)     sono generalmente privi di una teoria linguistica relativa alla comunicazione di certezza e incertezza.

Per quanto riguarda lo studio dei testi scientifici divulgativi, la ricerca è ancora agli inizi ed ha spesso prodotto risultati contrastanti.

In questo articolo, adottando una prospettiva epistemica sulla certezza e sull’incertezza (Bongelli et al. 2012; Zuczkowski et al. 2016) e una procedura di analisi mista, che combina un approccio bottom-up e un approccio top-down, presentiamo i risultati di uno studio comparativo (qualitativo e quantitativo) sui marcatori linguistici di incertezza (verbi, non verbi, verbi modali, frasi condizionali, domande incerte, futuro epistemico) e sul loro scope in tre diversi corpora di articoli biomedici: un corpus di 80 articoli selezionati in modo random dal British Medical Journal (BMJ), relativamente al periodo 1840-2007; un corpus di 12 articoli tratti dal BMJ 2013 e un corpus di 12 articoli divulgativi di argomento biomedico tratti dalla rivista Discover 2013.

Le variabili prese in esame sono state il tempo, la struttura (IMRaD vs no-IMRaD) e il genere (articoli scientifici vs divulgativi). L'analisi dei modelli lineari generalizzati (GLM) è stata applicata al fine di verificare se esistono differenze statisticamente significative (1) nella quantità di incertezza tra i diversi corpora e (2) nelle categorie di marcatori di incertezza utilizzati.

I risultati della nostra analisi hanno rivelano che

(1) in tutti i corpora, le percentuali di incertezza sono sempre molto più basse di quelle di certezza (per essere accettati e pubblicati dalle riviste gli articoli devono presentare uno sbilanciamento tra certezza e incertezza in favore della prima);

(2) l'incertezza degli articoli scientifici diminuisce progressivamente e in modo statisticamente significativo nel corso del tempo (parallelamente ai progressi medici e allo sviluppo tecnologico, ai cambiamenti nel contenuto e nella struttura degli articoli – IMRaD –, al sistema di peer-review di cui le riviste si sono dotate, all’introduzione e al progressivo aumento dell’Impact Factor);

(3) l'incertezza risulta più alta negli articoli divulgativi (Discover 2013) rispetto all’incertezza presente negli articoli scientifici (BMJ 2013) (dovendo presentare ricerche altrui, chi scrive articoli biomedici divulgativi evita di norma di assumere una posizione, lasciando la scelta ai lettori);

(4) in tutti i corpora, i verbi modali sono i marcatori di incertezza più utilizzati. Gli scrittori scientifici preferiscono comunicare l’incertezza con marcatori di possibilità piuttosto che con marcatori di soggettività e più spesso optano per un soggetto di terza persona, seguito da verbi modali, piuttosto che per un soggetto di prima persona, seguito da verbi mentali (come pensare o credere). In altre parole, in entrambi i contesti (scientifico e divulgativo), un modo cauto (usando marcatori di possibilità) di comunicare un’informazione sembra più appropriato di un modo personale (usando marcatori di soggettività).